Espace naturel de Capicciolu, 20169 Bonifacio
A nord-est di Bonifacio, una vasta penisola allungata separa il Golfo di Sant'Amanza dall'arcipelago di Lavezzi. Il suo terreno accidentato alterna ripide coste rocciose, valli boscose e insenature sabbiose. Milioni di anni fa, il terreno granitico di Capicciolu chiuse il mare, i cui depositi sedimentari formarono gli strati calcarei di Bonifacio.
La prima parte della penisola è costellata di sorgenti, antiche mura e ovili, ma man mano che ci si dirige verso la Punta di Cappiciolu, l'ambiente diventa più selvaggio e meno antropizzato. Non ci sono sentieri che portano alla punta del promontorio. Da Punta di a Nava in poi, il Conservatoire du littoral (agenzia per la protezione della costa) è responsabile della protezione della metà più selvaggia della penisola.
Dalla torre si gode di una straordinaria vista sulla Sardegna e sulle Isole Lavezzi.
La storia
Piccolo massiccio ricoperto di macchia, la penisola di Cappiciolu era principalmente dominio di greggi di capre. La maggior parte delle tracce umane raccontano dei metodi di pastorizzazione utilizzati dai pastori corsi fino alla metà del XX secolo. Tuttavia, la posizione geografica del promontorio, ben al largo, lo rende un punto di osservazione e sorveglianza privilegiato del Golfo e delle Bocche di Bonifacio.
Tra gli ovili e i baracun, i resti difensivi evocano i travagliati episodi della storia corsa. Sul promontorio, la torre di Sant'Amanza è l'ombra di se stessa, con la sola metà inferiore rimasta. Costruita nel XVI secolo di fronte alle isole Lavezzi, sorvegliava l'ingresso orientale delle Bocche di Bonifacio. Sulla costa nord della penisola, una casamatta con due merli per cannoni da 75 mm è una delle vestigia della “piccola linea Maginot”. Altre due casematte, sulla costa opposta, ai lati di Capu Biancu, completavano la difesa del golfo di Sant'Amanza. Costruite tra il 1932 e il 1933, queste fortificazioni erano presidiate dal 28° reggimento di fucilieri tunisini, ma non furono utilizzate durante la “guerra falsa”.
Fauna e flora
Con il suo basamento granitico, la maggior parte della penisola è ricoperta di macchia, che diventa più fitta man mano che ci si avvicina al promontorio. Qui si trova la flora tipica delle regioni calde della Corsica meridionale: erica arborea, lentisco, mirto, salsapariglia e cisto.