Da Sylvain il 16/03/2023
Da molto tempo volevo vivere questa processione e seguendo il consiglio preciso dell’amico Christophe Mondoloni, ho deciso di «salire» a Sartène il giovedì precedente al catenacciu.
Mi ha raccomandato infatti di seguire la processione del Giovedì Santo, che secondo lui è « più intima ». E’ l’occasione per me di « localizzare » i luoghi di passaggio del penitente seguendo i « chiodi » che li contrassegnano, di impregnarmi dell’atmosfera che regna nel villaggio, di seguire i preparativi, e ascoltare anche qualche aneddoto, come il fatto che tre giorni prima della processione « il penitente se sta chiuso in una cella monacale del convento San Damianu, dove medita, legge la Bibbia e prega ».
L'appuntamento è per le ore 18 per seguire la messa nella Chiesa Santa Maria e alle 21, per seguire la « Processione di Sartene ».
Posso così veramente misurare l’aspetto « più intimo » della processione : regna in effetti una vera impressione di raccoglimento, la folla è meno numerosa … « la quiete prima della tempesta dell’indomani », malgrado la lunga e faticosa salita della collina che porta alla preghiera nella chiesa di San Damianu.
Il Venerdì Santo alle 21 , ho l’onore e la fortuna di essere presente all’interno della chiesa di Santa Maria, di assistere all’arrivo e ai preparativi dei penitenti. Un uomo, il penitente, concentra su di sè tutte le attenzioni nella sua richiesta di perdono..
Mi vengono subito in mente le parole della canzone « Le porte croix » di Antoine Ciosi … « i piedi rossi di sangue, avanza a passi lenti colui che porta la croce..Lasciate passare il penitente e i suoi peccati …» parole che lasciano rapidamente il posto ai «Miserere» e «Perdono mio dio» e al singolare rumore delle catene trascinate sul pavé di Sartène. Suoni che mi rimarranno in testa per giorni… e lui, il penitente, cadrà tre volte sotto il peso della sua croce e delle catene che porta insanguinate alla caviglia destra. In segreto, ci si pone sempre le stesse domande...« ma chi è il Catenacciu ?»…« Quali gravi peccati ha commesso?! » …domande che rimangono senza risposte, solo supposizioni, « io penso che sia... ». Soltanto il curato di Sartène conosce il penitente, protetto dal segreto di San Damianu.
Momento impressionante l’entrata « in scena » del Catenacciu, da una parte, per il silenzio che l’accompagna, ma anche il momento dell’incatenamento davanti all’altare…I membri della confraternita formano un cordone d’onore attorno al penitente, le porte si aprono … ci sono almeno un migliaio di persone… ammassate, nell’attesa « di vederlo», e mi rendo conto in questo istante del fervore e della passione che accompagnano la processione, ma anche che sarà pure per me un « cammino della croce » seguire il penitente lungo tutto il suo percorso.La prima caduta avviene davanti all’oratorio di Sant’Anna, che nel XVIII secolo era la chiesa parrocchiale di Sartène.
Tutti recitano il "Padre Nostro" e l’ "Ave Maria" mentre il penitente resta disteso al suolo. La seconda caduta avviene sulla place Porta, ai piedi della chiesa di Santa-Maria. A metà percorso, il "catenacciu" viene sollevato del suo fardello da un penitente bianco. Prima della terza caduta e del ritorno verso Santa Maria tutta la processione fa una sosta alla chiesa di San-Sebastiano.
Il "catenacciu" qui si raccoglie in preghiera inginocchiato davanti all’altare, ai piedi del quale si trovano un Cristo giacente e una Vergine avvolta in drappi neri. Dopo la terza e ultima caduta, il penitente raggiunge il sagrato della chiesa parrocchiale. Riesco ad accedere alla terrazza di una casa vicina, un po’ in alto, e da lì posso veder passare il catenacciu e osservare la folla ascoltare religiosamente le parole del sacerdote.
Poi tutti tornano alla chiesa di Santa-Maria per un momento di raccoglimento. Inginocchiato o disteso davanti all’altare, il penitente attende che i pellegrini abbiano baciato a uno a uno il Cristo giacente.
Vi invito a condividere questo momento di emozione sul nostro canale you tube.
Per approfondire il tema, vi invito a leggere l’opera di Christophe Mondoloni, « U catenacciu di Sartè », «l’ incatenato di Sartene» delle edizioni Colonna.