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Da Anne il 12/12/2022

Florence Giudicelli, scelte gourmet

I viticoltori corsi hanno il senso della condivisione

Prima di apparecchiare la tavola delle feste, Settimana ha chiesto loro di parlare della bottiglia dell'altro, quella del viticoltore amico e vicino. Naturale in una professione che si declina spesso in modo collettivo…

La richiesta potrebbe sembrare incongrua: invitare viticoltori e vignaioli a parlare delle bottiglie di un altro, quando si imbandisce la tavola delle feste. Ma la cultura della vigna e del vino sono sufficientemente tinte di passione ed emozioni, e aperte a questa condivisione.

 

Tutti così si sono così prestati al gioco, quello di abbinare il vino di un altro a un piatto o a una pietanza, talvolta per complicità con i vignaioli scelti, sempre con ammirazione e orgoglio per il lavoro compiuto.

 

Il lavoro del vino si legge infatti sui  tempi lunghi , i capricci della vite, la maturazione delle uve, la vinificazione della vendemmia, l'invecchiamento, infine l’evoluzione nel tempo. Riflette l'enorme passo avanti compiuto dai vigneti corsi, un passo da gigante per tutti gli amanti del vino.

 

Questa selezione si è così animata da un'altra certezza. Quando si scelgono i vini che accompagneranno i pasti delle feste, non è più necessario cercare altrove. Qualunque sia il colore, o l'armonia ricercata, i viticoltori corsi, sia che lavorino in una cantina privata o in un gruppo cooperativo, sono in grado di portare la giusta nota. E soprattutto il tocco di un'identità, di un'originalità che ormai si è fatta strada: sciaccarellu, niellucciu, vermentinu, biancu gentile, minustellu, carcaghjolu neru, la gamma dei vitigni autoctoni oggi è così ampia che offre abbinamenti e cuvée davvero originali.

 

Éric Poli, Christian Estève, Gilles Seroin, Pierre Acquaviva, Christian Orsucci, Jean-Baptiste de Peretti Della Rocca, Marie-Brigitte Poli, Françoise Giudicelli si sono così dimostrate delle guide esperte. Amano il loro lavoro e il vino, questo è certo. E, un tocco d’anima in più, il loro piacere è gourmand.

 

Florence Giudicelli, scelte gourmet

 

Florence Giudicelli (Domaine Vecchio) esprime pienamente il suo spirito gourmand. L'evocazione di una cuvée richiede quindi sempre un prodotto del terroir corso, un piatto in cui i sapori si collocano su una gamma precisa. La viticoltrice di Chjatra sa come gustare il vino.

A iniziare le danze, il piatto di ostriche, preferibilmente nostrane, che Florence Giudicelli guarnisce semplicemente con caviale di limone, le cui palline danno croccantezza all'assaggio. Lo accompagna con un Granajola bianco, “un vino fresco, fruttato, tutto in leggerezza”.

Per continuare, altra proposta, un astice grigliato su fuoco di legna e guarnito con maionese fatta in casa leggermente spolverata di bottarga grattugiata. Florence ha optato per una cuvée E Croce di Yves Leccia , a Patrimonio, 100% Vermentinu, “un vino ricco, fatto di freschezza e insieme di molta complessità”.

Per la carne, Florence Giudicelli propone il petto d'anatra con fichi confit al vino, su cui un rosso Comte Peraldi , denominazione Ajaccio, farà da buon compagno a tavola, "la croccantezza dello sciaccarellu, con la freschezza e la maturità dell’invecchiamento".

Infine, per dessert, un fiadone con gelato al brocciu, cosparso di caviale di limone, la sua scelta è il moscato VDL di Domaine Gentile , “una così bella espressione di moscato, commenta Florence Giudicelli, senza la pesantezza dello zucchero, bella acidità, bella rotondità , insomma una bella complicità”.

 

©Magali Cancel CIVCORSE ©Magali Cancel CIVCORSE

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